Ecco le regole che la donna doveva seguire nel 1955 per essere un’ottima moglie (2 / 2)

La gestione dei figli era tutta a carico delle donne e non si trattava solo di provvedere alla loro igiene, a vestirli ed assicurarsi della loro istruzione ed alimentazione. Dovevano, infatti, anche essere in grado di calmarli in presenza del marito che poteva essere infastidito dalle loro urla e capricci. Per lo stesso motivo bisognava evitare di fare rumori in casa.

Anche se erano stanche, tristi o particolarmente nervose, le donne di quell’epoca dovevano sempre mostrarsi allegre e disponibili di fronte al marito che, poverino, avrebbe potuto avere una giornata stressante. Era un loro dovere essere sempre presenti per il loro uomo.

Anche se durante il giorno pensavano a lui e volevano raccontargli un sacco di cose, avrebbero ovviamente dovuto aspettare il suo rientro ma anche quel momento non era adatto per assalirlo che le loro “stupide” chiacchiere. Bisognava ricordare che erano più interessanti ed importanti gli argomenti che il marito voleva affrontare, solo alla fine se aveva ancora tempo e voglia poteva ascoltare.

La sera in genere coincideva con il rientro a casa del marito lavoratore. Quel momento è sacro ed fondamentale che tutto sia perfetto. Non bisognava però infastidirsi se all’ultimo momento avvisava che non sarebbe tornato per cena per fare una partita a carte con gli amici.

Anche in quest’ultima situazione, al suo rientro non bisognava tenergli in broncio e fare in modo che sotto il tetto coniugale regnasse sempre armonia e pace. Bisogna anzi accoglierlo con più amore e fare in modo che potesse rilassarsi mettendosi a letto. Non era dunque il caso di annoiarlo e di mettersi a parlare: era stanco dopo la serata passata con gli amici.

Di certo a quell’epoca non c’erano i confort di oggi ed in casa non c’erano molti arredi. E’ per questo motivo che la sedia più comoda, la poltrona più bella, il piatto migliore, la porzione più abbondante…erano sempre dovute al marito e nessuno avrebbe dovuto ribellarsi a questa cosa. La “normalità” era quella e così bisognava fare per essere una buona moglie.

All’arrivo del marito, l’ideale era inginocchiarsi per levargli subito le scarpe e fargli indossare delle comode pantofole. Un modo gentile per dargli il benvenuto e fargli capire che era un piacere per loro prendersi cura del proprio uomo, anche se questo voleva dire levargli le scarpe sporche e maleodoranti in modo gentile, delicato e premuroso.

L’ultima regola per essere una buona moglie era quella di non fare mai domande al marito, per nessun motivo. Ogni suo gesto, azione o decisione era sicuramente giusta e non andava discussa o giustificata.