Essere genitori si sa è decisamente il mestiere più duro, complesso e intricato in natura. Si vive sempre nell’ansia, nella tensione e nella preoccupazione di agire secondo i giusti crismi, senza esagerare da un lato e senza eccedere dall’altro, in particolare modo quando il proprio figlio non ascolta più, specie quando inizia ad entrare nella fase dell’adolescenza e diventa più intollerante.
In questo momento delicato della sua vita, infatti, sono diversi i comportamenti che lo contraddistinguono e la maggior parte di questi vanno contro la volontà dei genitori. Non c’è da spaventarsi però perché tutto rientra nella normalità del ciclo esistenziale, dei mutamenti caratteriali di una personalità che si sta formando piano piano.
In questo tempo, il figlio non ascolta i genitori, fa “di testa sua”, ascolta semmai i compagni di scuola, gli amici, quelli più ribelli e arroganti per sentirsi appartenente ad un gruppo e non rimanere ai margini. Inizia a dire bugie sempre più spesso, mettendo in grandissima difficoltà i propri genitori.
Se dunque il proprio figlio fa “orecchie da mercante”, quindi non ascolta nulla di ciò che gli viene detto, è importante riuscire a capire prima di tutto quali sono le cose importanti, le situazioni, le novità che riguardano la sua vita senza fargli il terzo grado o origliando le sue conversazioni.
Detto questo è importante che i genitori non continuino a dargli regole castranti, punizioni eccessive e castighi perché otterranno un effetto sgradevole, ovvero una tendenza ancor maggiore alla ribellione e all’eversione.
E’ importante ricordare che ci si può fare ascoltare dai propri figli innanzitutto fornendo un esempio chiaro e corretto a cui questi possano fare riferimento, piuttosto che riempirli di rimproveri e di paletti che cercherebbero in ogni caso di eludere e superare.
Madre e padre rappresentano l’autorità da sovvertire come l’insegnante a scuola, ecco perché vostro figlio tende ad eludere divieti imposti, obblighi e doveri, vuole vivere nell’immediatezza dei suoi desideri, dei suoi istinti e delle sue volontà.
Se il figlio non ascolta e continua ad essere una mina vagante, ad opporsi, a non accettare ciò che gli viene detto, bisogna cambiare approccio. Avvicinatevi al figlio con intenzioni comprensive, volitive e, soprattutto, con la reale volontà di dialogare. Questo atteggiamento potrà dare grandi risultati anche se all’inizio potranno esserci ruggini, contrasti e quant’altro.
I figli infatti, anche se non sembra, data l’età difficile di crescita, ascoltano sempre e sono in grado di cogliere le preoccupazioni genitoriali, le ansie e le tensioni ma il comportamento ribelle è meramente figlio della sua evoluzione come individuo, quindi non c’è da allarmarsi eccessivamente.
Resta comunque la necessità di essere molto accorti in questa fase della vita del proprio figlio. Quando questo inizia a non ascoltarvi è proprio il momento in cui dovrete iniziare a parlargli di più, ma senza mai perdere di vista le sue idee e le sue esigenze che con la crescita si fanno sempre più chiare e nette nella sua testa.
Gestire bene la fase adolescenziale e del rifiuto del proprio figlio è di fondamentale importanza anche nella gestione del rapporto tra madre e figlio.