Piccoli problemi da mettere in conto nello svezzamento

Con lo Svezzamento, il piccolo acquisisce autonomia e strumenti per relazionarsi con gli altri. In questo articolo qualche semplice regola pratica per impostare da subito un buon rapporto con il piccolo, all’inizio dello svezzamento.

Piccoli problemi da mettere in conto nello svezzamento

Il bambino durante lo svezzamento ha modo di manifestare attivamente le sue preferenze e non ci mette molto a scoprire che, con i suoi atteggiamenti, può suscitare particolari reazioni della mamma e papà: legge nei loro occhi la delusione e l’ansia quando gira la testa e si rifiuta ostinatamente di mangiare, così come percepisce impazienza e irritazione quando sputa la pappa con la butta in giro col cucchiaino. E ancora coglie la soddisfazione e il sollievo dei genitori quando invece mangia di gusto.

In questo periodo se non si mantiene un atteggiamento equilibrato e sereno il pasto può trasformarsi in un momento di tensione e di scontro, fatto di piccoli ricatti reciproci: da un lato il bambino, fiero della sua autonomia e del suo potere nei confronti della mamma, dall’altro i genitori, preoccupati più di imporsi e di vincerla sul piccolo piuttosto che di comprendere le sue ragioni e suoi atteggiamenti.

In realtà bastano solo un po’ di comprensione e buon senso per sciogliere ogni tensione e condurre con sicurezza e tranquillità il bimbo in questo delicato momento della sua crescita.

Qualche semplice regola pratica per impostare da subito un buon rapporto con il piccolo, all’inizio dello svezzamento

1. Ricordarsi che il bambino deve imparare prima di tutto a inghiottire in un modo nuovo. Quindi non introdurre troppo cibo in bocca, ma appoggiare il cucchiaino alle labbra perché proprio a succhiare.

2. Se dimostra di credere una certa pappa somministrargliela senza problemi per diversi giorni, modificando leggermente la preparazione( una volta quella prima di riso, un’altra con un po’ più di parmigiano….)

3. non imporgli per forza cibi che non gli piacciono

4. non preoccuparsi se vuole giocare  con la pappa.  È un modo per imparare e conoscere.

5. Evitare di manifestare forti emozioni legate al comportamento del bimbo di fronte alla pappa: un tono irritato o troppo soddisfatto comunicano comunque l’idea che lo scopo del mangiare sia quello di far felice la mamma. Se il bambino se ne dovesse accorgere, tenderà a usare il cibo come arma di ricatto.

Gli insuccessi agli inizi sono all’ordine del giorno.

Vietato scoraggiarsi: se il piccolo serra la bocca e Sembra disgustato meglio non sforzarlo e avere semplicemente un po’ di pazienza. Si potrà sempre riprovare in un altro momento, senza però insistere troppo.

Una cosa comunque non va fatta: aggiungere zucchero, miele o, peggio ancora, dolcificanti sintetici per invogliare il piccolo a mangiare.

È giusto mettere la minestrina dei biberon per far mangiare  più in fretta?

È sbagliato. Svezzare il piccolo non vuol dire solo somministrargli cibi diversi dal latte, ma anche abituarlo a un differente modo di mangiare. Mettere la minestrina nel biberon è comodo e fa risparmiare tempo, ma significa offrirgli l’occasione di continuare a succhiare, cosa che già sa fare benissimo. Deve invece imparare a masticare, piano piano  prendendosi tutto il tempo di cui ha bisogno.

E se non mangia?

È assolutamente normale. Il periodo dello svezzamento può essere problematico per la mamma, ma lo è certamente di più per il bambino, che si trova di fronte ad una serie di difficoltà che non riguardano solo la nuova qualità del cibo, ma coinvolgono anche il modo di assumerlo.

È normale che le reazioni alle prime pappe non siano generalmente di grande entusiasmo. Il rifiuto è da mettere in conto come una reazione assolutamente normale. Del resto non si deve sopravvalutare l’importanza nutritiva dei primi pasti soldi, il latte è in grado di sopperire a ogni pappa saltata senza che il bambino corre alcun rischio. Piuttosto è sul piano dell’educazione e della relazione che ci si deve concentrare: accettando i suoi ritmi con calma e serenità, si evita di comunicare al piccolo quell’ansia che può causare la sua opposizione, il cibo mantiene il suo naturale connotato di piacere e il pasto rimane comunque un momento di allegria e complicità, anche se si sviluppa in modo un po’ diverso da quello desiderato.

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