Neonato trovato morto nella culla dalla mamma. Aveva solo 2 mesi di vita (2 / 2)

A Taggia due genitori, entrambi stranieri, che vivono da diverso tempo nella cittadina in provincia di Imperia, si sarebbero accorti che il loro piccolo di soli due mesi, non dava segni di vita. Un incubo ad occhi aperti, consumatosi tra le mura domestiche, in via Soleri. Dopo il tragico rinvenimento del corpicino esanime del loro bambino, la coppia è corsa in strada a chiedere aiuto.

I vicini, allarmati, hanno tempestivamente allertato i soccorsi ma, quando i sanitari del 118 sono giunti presso l’appartamento, si sono subito resi conto della gravità della situazione. Hanno provato in tutti i modi a rianimarlo, lo hanno trasportato d’urgenza o al pronto soccorso dell’ospedale di Sanremo, sino a quando hanno dovuto arrendersi, constatando l’avvenuto decesso. Sin da subito sono scattate le indagini per far luce sull’accaduto, che ha scosso l’intera comunità.

Sulla base dei primi accertamenti, non sono stati rinvenuti sul corpicino segni di percosse o violenze e il neonato avrebbe avuto una crisi respiratoria anche se i carabinieri di Sanremo, cui spetta il complesso compito di chiarire la dinamica dei fatti, non escludono nessuna ipotesi, in attesa dell’esame autoptico che farà luce sulla tragedia. Ad oggi, la pista più plausibile è che si sia trattato di un caso di SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) più comunemente nota come “morte in culla”.

Con tale termine si intende il decesso improvviso e inspiegabile di un bambino al di sotto dell’anno di età, più frequente tra il primo e il quinto mese di vita, che rientra tra le cause principali di morte di un bimbo entro il primo anno. Per ridurre il rischio di SIDS, dagli anni Novanta è stata avviata in tutto il mondo una campagna informativa che invita i genitori a far dormire i loro piccoli a pancia in su.

Da evitare il surriscaldamento eccessivo, il fumo passivo, l’alimentazione con latte artificiale, le malattie febbrili intercorrenti e dormire su superfici inadatte con troppe coperte o cuscini. I bimbi più a rischio sono quelli nati prematuri, con basso peso alla nascita o figli di madri fumatrici in gravidanza. Una tragedia immane attorno alla quale è doveroso fare chiarezza.