Neonato muore dopo 30 ore di travaglio in casa

Purtroppo una terribile tragedia si è verificata in queste ore, vediamo che cosa è accaduto. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, tutti i dettagli nel nostro articolo.

Neonato muore dopo 30 ore di travaglio in casa

Nel mondo in questi giorni si stanno verificando una serie di tragedie che stanno sconvolgendo l’opinione pubblica nazionale. Si tratta molto spesso di incidenti stradali, o peggio ancora morti improvvise a causa di malori di varia natura. Si tratta di tragedie che segnano intere comunità e vengono anche riprese dalla stampa, proprio a causa del loro interesse mediatico che provocano. In questo periodo appunto sono tanti i fatti che stanno sconvolgendo le nostre comunità.

Basti pensare a quanto successo in queste ore in Turchia e Siria, dove si è verificato un terremoto di magnitudo 7.8 che ha provocato tantissimi danni e causato purtroppo la morte di centinaia di persone. Le autorità stanno ancora scavando tra le macerie. Ma dobbiamo darvi conto di un altro dramma che ha scosso una comunità italiana in questi giorni. 

Neonato morto

Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, un neonato è arrivato morto presso l’ospedale di Rimini. Il dramma s’è verificato il 5 novembre scorso ma solo nelle scorse ore il suo corpicino è stato seppellito. Il piccolo, di nome Alessandro, sarebbe venuto al mondo dopo 30 ore di travaglio, ma per lui non vi sarebbe stato nulla da fare. 

Il dito è puntato sulle due ostetriche private che hanno assisto la madre del piccolo. L’avvocato che difende la famiglia del neonato deceduto, il legale Piero Venturi, ritiene che le due professioniste vadano sospese. Inzialmente pareva che il parto potesse essere eseguito a casa senza problemi, ma poi sono sorte delle complicanze. 

Le due ostetriche avrebbero insistito affinchè la puerpera portasse a termine il parto a casa, mentre il marito, preoccupato per la situazione, aveva chiesto di portarla in ospedale. La donna è stata tenuta in casa per oltre 30 ore. Nonostante le accuse, le due professioniste si stanno difendendo nelle sedi opportune. 

Esse ritengono di aver agito ispettando le procedure; inoltre, sostengono, non c’era nulla che potesse far ipotizzare una situazione di emergenza tale da richiedere un trasporto immediato in pronto soccorso. Nelle prossime ore, o al massimo nei prossimi giorni, potranno conoscersi sicuramente ulteriori dettagli su quanto avvenuto. 

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