Neonato morto in ospedale, il padre rompe il silenzio (2 / 2)

Una storia atroce quella che arriva dall’ospedale Pertini di Roma, sulla quale la procura romana ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo. Vuol vederci chiaro attorno alla morte di un neonato, morto soffocato mentre la madre, che lo allattava, si è addormentata. Troppi sono i dubbi e le domande, del tutto lecite, che si rincorrono in attesa dei risultati dell’esame autoptico sul corpicino della piccolissima vittima.

Un dolore devastante, una morte, quella di un figlio, considerata da sempre contro natura. Due genitori rimasti orfani, poche ore dopo aver provato la gioia più grande della loro vita, la realizzazione del sogno di diventare madre e padre. Gli inquirenti devono portare avanti un compito forte ma, al tempo stesso, delicato, rispondendo al perché questa povera donna, divenuta madre poche ore prima, è stata lasciata sola durante l’allattamento.

Il papà del neonato morto, si è lasciato andare ad un commovente sfogo. Lo ha fatto in un’intervista rilasciata al Messaggero e ripresa da diversi siti nazionali. Questo quanto da lui dichiarato e trasferito sulle pagine del quotidiano: “Le si erano rotte le acque alle 4 della notte, ha poi trascorso 17 ore in travaglio prima di partorire. Era sfinita, ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento e hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi. Sì, entrambi. Lei stessa aveva implorato più volte il personale del reparto di portare il piccolo al nido per qualche ora per potere riposare un po’. Non ce la faceva più. Ma la risposta era sempre “no, non si può””.

Un racconto che descrive cosa è accaduto dalla rottura delle acque sino al parto e al post-parto: “Mio figlio stava bene, apparentemente era sano a tutti gli effetti. Ora aspettiamo di conoscere il risultato dell’autopsia e abbiamo affidato il caso a un legale. Di fatto, la causa esatta della morte è ancora sconosciuta e tante risposte noi ancora non le abbiamo. Confidiamo nelle indagini”.

L’uomo, ancora sotto choc, ha trovato la forza di rilasciare quest’intervista per far riflettere su quanto le partorienti vengano lasciate sole nei reparti di ostetricia e ginecologia degli ospedali italiani, potendo correre rischi serissimi, andando incontro a tragedie come quella accaduta alla sua famiglia. Consapevole del fatto che dalla morte non si torna indietro e che nessuno potrà restituire a lui e a sua moglie il loro adorato bambino, questo papà porta all’attenzione un problema tangibile: quello dell’abbandono delle partorienti e neomamme a se stesse. Una situazione aggravata dal fatto che le restrizioni legate al Covid, impediscono ai familiari di assisterle in stanza Alla luce di quanto accaduto, occorrerebbe, a suo dire, una revisione dei protocolli ospedalieri.