Lutto tremendo, piccolo Stefano: le cause della morte (2 / 2)

Stefano, un meraviglioso bimbo di poco più di 2 anni, venne ucciso, senza alcuna pietà, da padre, il 32enne Giampiero Mele, originario di Taurisano. L’esame autoptico, effettuato dal medico legale Alberto Tortorella, ha rivelato che il piccolo è morto per asfissia e quando già il fiato non gli arrivava più, gli è stata tagliata la gola con un taglierino.

E’ stato ritrovato in una pozza di sangue che continuava a scendere a fiumi dal suo corpicino. Il 30 giugno 2010, il padre killer ha massacrato il figlioletto poco dopo le 15:00, in una palazzina di via Monte Pollino, a Marina di Ugento. Mele, stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, ha acquistato da un negozio di ferramenta, vicino alla sua casa al mare, una corda e un taglierino.

Ha fatto un cappio, legando il figlioletto ad una porta per cercare di impiccarlo. Quella corda stretta al collo gli ha smorzato il respiro, ma, non contento, con il taglierino gli ha tagliato la giugulare, accelerando il sopraggiungere del decesso che ormai era inevitabile. Il piccolo, quando il taglierino gli ha squarciato il collo, non era più cosciente, seppur agonizzante.

Questo quanto accaduto al povero Stefano. Un orrore legato alla paura del killer di essere abbandonato dalla sua compagna. Gianpiero Mele, ha provato, subito dopo, a suicidarsi, venendo ricoverato all’ospedale Ferrari di Casarano, in attesa dell’intervento chirurgico per riparare le forti lesioni al tendine dell’avambraccio destro che si sarebbe reciso con la stessa arma utilizzata per uccidere il figlio, ossia con il taglierino.

L’uomo, che non ha mai avuto la forza di parlare, chiedendo solo di poter raggiungere suo figlio in cielo, è accusato di omicidio volontario, con l’aggravante di aver agito con crudeltà e nei confronti di un essere indifeso per età. Lo avrebbe fatto con premeditazione, per futili motivi. La salma del piccolo è stata portata a Giorgilorio, paese di origine della mamma, Angelica Bolognese, devastata dal dolore. Una storia davvero terribile, un’altra vittima innocente della crudeltà umana.