La madre aveva allertato i soccorsi dopo aver notato che la figlioletta era diventata cianotica e non respirava più. Nonostante l’intervento tempestivo dell’ambulanza, la piccola è arrivata in condizioni critiche e, purtroppo, nonostante gli sforzi dei medici, è deceduta poco dopo a causa di una grave crisi respiratoria.
Inizialmente, il decesso della neonata era stato attribuito a cause naturali, come un caso di “decesso in culla”. Tuttavia, con il passare delle ore, sono emersi sospetti che hanno spinto le autorità a indagare più a fondo sulle circostanze del decesso. Le indagini si sono concentrate sui genitori, e l’ipotesi di maltrattamenti ha iniziato a prendere forma.
La svolta è arrivata con i risultati dell’autopsia, che hanno rivelato la presenza di lesioni multiple, concentrate principalmente sulle costole della piccola. Questi segni hanno sollevato il sospetto che la neonata potesse essere stata sottoposta a violenze ripetute e sistematiche. Le autorità, di fronte a queste evidenze, hanno approfondito le indagini, concentrandosi in particolare sul padre della bambina.
La verità è emersa in tutta la sua gravità quando il padre, messo sotto pressione dagli interrogatori, ha ammesso di essere responsabile delle lesioni subite dalla figlia. La confessione ha portato al suo arresto immediato, gettando un’ombra oscura su quella che, fino a poco tempo prima, sembrava essere una famiglia normale.
Il caso ha sollevato domande profonde sulla violenza domestica e sull’importanza di riconoscere i segnali di pericolo, affinché episodi come questo possano essere prevenute.