Gravidanza e toxoplasmosi, nessun rischio con il San Daniele DOP

Le caratteristiche del Prosciutto di San Daniele lo rendono sicuro da mangiare anche durante la gravidanza, senza alcun rischio di contrarre la pericolosa toxoplasmosi

Gravidanza e toxoplasmosi, nessun rischio con il San Daniele DOP

Quando pensiamo ai nove mesi che ci separano dalla nascita di un figlio ci vengono in mente solo pensieri positivi. Ci chiediamo che aspetto avrà e di che colore saranno gli occhi del nostro bambino, quando farà i primi passi e da chi prenderà la forma del naso o quella delle mani. Tutto questo però arriva dopo un periodo della vita estremamente emozionante, durante il quale ogni giorno è diverso dall’altro e sopra è fatto di continue scoperte che ci cambiano per sempre.

Occorre prestare una particolare attenzione a tutto ciò che riguarda il pianeta dell’alimentazione, poiché questo rappresenta uno dei fattori principali che possono contribuire a rendere la gravidanza più serena. Non bisogna imporsi eccessive rinunce, che altrimenti finirebbero solo per frustrare la futura mamma. Le difficoltà devono essere limate, così come i momenti di stress e di stanchezza che sono sempre dietro l’angolo.

Scegliere di seguire un’alimentazione gustosa e sana vuol dire intervenire positivamente sul proprio umore e al tempo stesso evitare di correre inutili rischi come nel caso della toxoplasmosi. Il prosciutto crudo viene accusato spesso di essere un possibile responsabile della comparsa di questa problematica, ma scegliendo un prodotto di qualità come il San Daniele – che può vantare controlli di alto livello in una filiera di eccellenza – la neo mamma non incorrerà in alcun problema.

Le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute

Prima di passare in rassegna le caratteristiche del prodotto e scoprire perché il San Daniele può essere mangiato in gravidanza, facciamo un cenno alle indicazioni che arrivano nel merito direttamente dall’ISS (ovvero l’Istituto Superiore di Sanità) e dal Ministero della Salute. Il primo si è concentrato sulla presenza di sale, elemento di assoluta importanza nel processo produttivo, garantendo la sicurezza di quelle carni che sono state salate e stagionate per oltre un mese (sono presenti 4,4 grammi di sale in 100 grammi di San Daniele DOP stagionato 13 mesi).

Il Ministero, dal canto suo, ha diffuso tramite il proprio portale ufficiale una serie di indicazioni ben precise in merito a quali siano i cibi da evitare nei mesi di gestazione. Il prosciutto crudo non è tra questi e, anzi, vi è la raccomandazione di consumare preferibilmente alimenti stagionati proprio come il Prosciutto di San Daniele DOP.

Importantissima è poi anche la stagionatura prolungata di questo eccellente alimento. Ricordiamo che sono stati condotti approfonditi studi di laboratorio i quali hanno dimostrato come il protozoo responsabile della toxoplasmosi (Toxoplasma gondii) si secchi dopo 8 ore in presenza di concentrazioni saline del 2% a temperature di refrigerazione.

San Daniele DOP

Sicurezza e controlli rendono il San Daniele DOP un prodotto di eccellenza

Abbiamo dunque compreso come il Prosciutto di San Daniele sia un alimento perfetto da assumere nel periodo della gravidanza. L’intera filiera del San Daniele DOP ruota attorno al concetto di sicurezza e ai ricorrenti controlli: l’obiettivo è rendere lo standard produttivo trasparente. Il prodotto finale, quello che arriva sulle nostre tavole, è il risultato di una lunga serie di verifiche stringenti.

Il Consorzio di produzione del Prosciutto di San Daniele si occupa del rispetto delle disposizioni in materia produttiva, igienico sanitaria e di controllo. Un modo per assicurare che i valori, le tecniche produttive e le tradizioni alla base di questo alfiere del made in Italy agroalimentare restino sempre intatti. L’obiettivo è garantire – e certificare – la qualità dell’intera filiera, partendo dagli allevamenti e passando dai macelli fino ad arrivare ai prosciuttifici.

Ovviamente le verifiche non riguardano soltanto il prodotto – la cui stagionatura non dura mai meno di 13 mesi – ma anche l’alimentazione dei suini. I check di controllo sono effettuati regolarmente pure in merito agli ambienti adibiti alla lavorazione, garantendo così pulizia e sanificazione ma soprattutto la totale assenza di agenti infestanti (come prescrive del resto la normativa di settore).

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