La storia dei 3 uomini incappucciati che hanno rapito la sua Elena, uno scricciolo che avrebbe compiuto 5 anni il 12 luglio, ha retto meno di 24 ore. Poi, Martina Patti, sotto pressione, messa alle strette da un interrogatorio sempre più incalzante, ha confessato il figlicidio.
E tutta l’Italia, che ha sperato fino all’ultimo che Elena fosse viva, è stata improvvisamente avvolta dallo sconcerto, dinnanzi all’ennesima storia dell’orrore dove una madre, che ha tenuto in grembo la sua bambina per 9 mesi, che ha sentito il suo primo pianto, il suo primo inno alla vita… ha tolto la vita a chi ha generato.
Non siamo giudici, ma per un attimo ci siamo immedesimati in questa splendida bambina, così come l’ultimo video delle telecamere di videosorveglianza dell’asilo che l’ha ripresa mentre, a fine giornata scolastica, correva tra le braccia della sua mamma, quella a cui aveva dedicato un bellissimo disegno per la sua festa.
Immaginiamo Elena Del Pozzo che sta mangiando il budino mentre guarda i cartoni animati al telefonino della madre, intenta a stirare, e immaginiamo, seppur con le lacrime agli occhi, la stessa bambina, accoltellata a morte da 7 fendenti, per poi essere nascosta in cinque sacchi da cucina, impilati uno dentro l’altro a mo’ di matriosca, prima di essere parzialmente sepolta in un terreno incolto vicino casa, dove le le forze dell’ordine -su indicazione della Patti- hanno fatto la macabra scoperta.
Ora la donna è in carcere, in isolamento, sorvegliata 24 ore su 24, dato che gli inquirenti temono che possa compiere gesti estremi, mentre il dolore ha pervaso tutta la comunità. E mentre coloro che si stanno occupando del caso, senza dubbio uno dei più efferati degli ultimi tempi, cercano di capire dove effettivamente sia stata compiuta l’azione omicidiaria e se davvero Martina abbia agito da sola, alla ricerca di potenziali complici che l’abbiano aiutata ad uccidere o ad occultare il cadavere, c’è un grido disperato, straziato, quello di chi ha perso per sempre la sua ragione di vita. C'è il grido disperato dei nonni paterni, dei familiari ma, soprattutto, del papà della piccola...