Chiara Petrolini, la stretta della procura sui complici (2 / 2)

Le indagini della Procura di Parma e del titolare Alfonso D’Avino ruotano attorno ad una domanda, in particolare: Chiara Petrolini, da venerdì scorso ai domiciliari, ha fatto tutto da sola o c’è qualcuno che può averle dato una mano, o che sa e non ha parlato? Una domanda davvero complessa se si pensa che  questo caso è , indubbiamente, uno dei più complessi  della cronaca nera nazionale più recente.

Ovviamente si spera che nell’interrogatorio dinnanzi al gip, previsto per giovedì, la studentessa possa rompere il silenzio, fornendo la sua versione dei fatti ma non è detto che lo faccia, potendo avvalersi della facoltà di non rispondere, dunque osservando il silenzio.  Senza ombra di dubbio,  il giudice per le indagini preliminari le  farà una domanda.

Rivolgendosi alla Petrolini, cercherà di cavarle di bocca la risposta alla domanda che, più di tutte,  preme sapere: ha agito totalmente da sola, o qualcuno le ha dato una mano? Oppure, ancora, qualcuno era a conoscenza e ha taciuto?  Allo stato attuale, come Leggo.it scrive, non ci sono indagati in tal senso.

Eppure, il ritrovamento dei corpicini dei due neonati, non ha certo posto fine ai tanti interrogativi che ruotano attorno a questa macabra vicenda,  ragion per cui la procura prosegue le indagini a ritmo serrato, allo scopo di fugare, uno ad uno, tutti i dubbi cui ancora non si trova la soluzione.

Attualmente non  parrebbero esserci  indizi che lasciano propendere  sul presunto coinvolgimento di altre persone nel duplice delitto di Traversetolo, cui è seguito l’occultamento dei neonati ma Repubblica scrive che gli accertamenti effettuati sulla famiglia,  sugli amici e sul fidanzato di Chiara non sono terminati.  Sulla base di alcune voci che girano proprio a Traversetolo, sia Samuel, ex  fidanzato della Petrolini,  che la famiglia del ragazzo, erano a conoscenza che Chiara aspettasse i due bambini.