Bimba scomparsa a Firenze, poco fa la brutta notizia sulla madre (2 / 2)

Sono trascorsi 5 mesi da quel 10 giugno, giorno tristemente noto alla cronaca nazionale per la scomparsa della piccola Kata e la madre, Katherine Alvarez, non ce l’ha fatta a reggere al dolore. Purtroppo ha ripetuto nuovamente il gesto dell‘ingestione della candeggina ed è stata ricoverata presso l’ospedale Careggi. 

Come riportato da fanpage.it, solo grazie ad un arrivo tempestivo dei soccorsi, è stato possibile salvarla. Il gesto da lei commesso nella fiorentina dove vive da quando è stata allontanata dall’ex albergo occupato abusivamente, in cui viveva assieme ai suoi figli, avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori o irreversibili.

Katherina, sui social, a cinque giorni esatti dalla scomparsa della sua Kata, ha scritto:  “Ogni giorno chiedo a Dio che si prenda cura di te, ovunque tu sia. Perdonami per non esser stata attenta in quel momento”. E’ una donna che non n si dà pace, sin da quando la bimba che ha messo al mondo è sparita nel nulla, nel quartiere di Novoli a Firenze.

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Il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, dunque molto importante per la nostra comunità ecclesiale,  Katherine Alvarez e suo marito Miguel Chicclo Romero, tramite i loro legali Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, hanno inviato a Papa Francesco una missiva davvero molto toccante, in cui è contenuta una struggente richiesta di preghiera affinché l’attenzione sul caso della scomparsa della loro bambina non si abbassi.  Un appello fortissimo, quello dei coniugi, in cui sono riportate queste parole: “Aiutateci a ritrovare Kataleya. Con la speranza che Sua Santità possa trasmettere la forza per continuare a cercare la piccola e far comprendere alla mamma che non è sola”.

Katherine, in quell’occasione, riferendosi al nostro Pontefice, aveva aggiunto:  “Lui è il capo della Chiesa e la sua voce può entrare in tutte le case”.  Le indagini sulla scomparsa della bimba peruviana, nel frattempo, proseguono a ritmo serrato. La procura di Firenze ha ripreso a scandagliare la cerchia familiari più stretti, mentre i sospetti dei parenti di Kata ricadono su  “componente della banda rumena legata alla donna che gestiva il racket degli affitti”.