Tanti anni, troppi, nel limbo degli scomparsi. Sono trascorsi quasi 26 anni dalla scomparsa della piccola Angela Celentano e c’è la sua famiglia che, da allora, non si da pace e chiede verità e giustizia. Non ha un posto su cui piangere la sua bambina, non sa se sia ancora viva, magari in chissà quale parte del mondo, chiedendo, giustamente, di conoscere cosa le è accaduto.
Ma ripercorriamo le tappe salienti di questa scomparsa, avvolta nel mistero. Era il 10 agosto 1996 e a la famiglia Celentano, composta dal papà Catello, dalla mamma Maria, e dalle 3 figlie (Rossana, 6 anni, la secondogenita Angela di 3 anni, e Naomi, la piccolina di solo 1 anno), assieme ad un gruppo di famiglie di Castellammare di Stabia, appartenenti alla stessa comunità evangelica, fecero una scampagnata sul monte Faito, a soli 30 minuti d’auto dal paese in cui vivevano.
Verso l’una, durante il pic nic, in uno spiazzo antistante il centro ippico del Monte Faito, papà Catello che, solo pochi istanti prima, aveva visto Angela mangiare alle sue spalle, nel voltarsi di nuovo, non la trovò più al suo posto. Questo è solo l’inizio di un incubo, perché le ricerche, scattate immediatamente, con una mobilitazione generale, non portarono ad alcun esito.
Angela venne cercata ovunque, con ogni mezzo disponibile, con i cani, con l’ausilio di un radar speciale, capace di rilevare i corpi in movimento, mentre speleologi e rocciatori perlustrarono tutti i pozzi e ogni anfratto. Tante le piste seguite in questi lunghi anni di indagini, dalla pedofilia, al sequestro, sino al rapimento da parte di 2 stranieri a bordo di un’auto, notati sul monte, nell’ora della sparizione.
Si pensò di essere quasi arrivati alla risoluzione del caso quando una ragazza dalla somiglianza impressionante con la piccola scomparsa, una certa Celeste Ruiz, asserì di essere lei Angela Celentano. Dopo 2 anni di missive intercorse tra la famiglia Celentano e la Ruiz, si arrivò ad un‘agghiacciante conclusione: quella donna aveva spudoratamente mentito.