Una storia che mi fa rabbia, perché è come una pugnalata dritta al cuore di tutte le mamme che hanno perso i loro figli e vanno a piangerli, ogni giorno, sulle loro tombe.
E’ una pugnalata per coloro che vorrebbero disperatamente avere un bimbo da coccolare, da riempire d’amore incondizionato e non riescono, per una serie di motivi, o non possono, averne uno. E poi c’è la disastrosa e complessa pratica d’adozione, quando tanti, tantissimi piccoli, non aspettano altro che uscire dagli orfanotrofi.
Questo è giusto? Questo, in uno stato democratico, è corretto, alla luce di quel che di diametralmente opposto sta accadendo sempre più frequentemente in Italia? Madri che uccidono i loro figli, madri che lasciano i loro neonati da soli in casa a patire le peggiori pene, prima di arrivare alla morte.
E l’ennesimo caso di cronaca nera, uno dei più efferati, è arrivato poche ore fa. L’assassina è Alessia Pifferi, 37enne disoccupata che ha pensato bene di lasciare la figlioletta Diana, di soli 16 mesi, da sola, in casa, per andarsene a Leffe, in provincia di Bergamo, dal suo nuovo compagno.
Lì ci ha trascorso 6 giorni, dicendo al compagno che la bimba era al mare dalla sorella, consapevole che, al suo rientro, avrebbe trovato la figlia morta. E come non definirla se non assassina? Colei che genera la vita e la toglie, come può essere definita?