Alessandro Cascone, la mamma rompe il silenzio: le sue parole fanno gelare il sangue (2 / 2)

Il 13enne non ha retto il peso delle quotidiane torture, minacce a farla finita, inviti espliciti a uccidersi e forse, nell’imminente rientro a scuola, dove si sarebbe trovato faccia a faccia con i suoi aggressori, quell’incubo si è fatto più vivo che mai, al punto da suicidarsi. La magistratura sta lavorando senza sosta e presto si procederà a verificare il contenuto delle chat e dei messaggi contenuti nei cellulari dei 6 indagati, che potranno essere, a breve raggio, sottoposti a interrogatorio. Intanto ieri Gragnano, in una sorta di abbraccio collettivo, si è stretta attorno ai genitori di Alessandro.

Tra lacrime incessanti e urla di disperazione, tutti, dagli amichetti del giovane scomparso, ai compagni della squadra di basket in cui giocava, sino ai professori che lo adoravano e a tutta la comunità, hanno atteso l’arrivo della bara bianca di Ale, con sopra la maglia della sua Juve, di Dybala, e la bandiera del Regno Unito. Una Gragnano ferma, nel raccoglimento, nella preghiera, nel silenzio.

Quello che la mamma, devastata, e il papà del 13enne chiedono, facendolo a mezzo dei loro legali, è verità e giustizia, “che vengano accertati i fatti realmente accaduti. Qualora dovesse confermarsi l’ipotesi accusatoria con il coinvolgimento di soggetti terzi chiaramente chiederanno giustizia”. Queste le parole pacate ma secche, pronunciate dagli avvocati della famiglia Cascone, Giulio Pepe e Mario D’Apuzzo.

Chiedono di essere lasciati al loro dolore, nel rispetto e nel silenzio, mentre un’intera comunità cerca di consolarli… cosa impossibile poiché la morte di un figlio prima di un genitore è contro natura. Alessandro merita di ricevere verità e giustizia, poiché chi lo ha portato a togliersi la vita, facendogli vivere un incubo, deve pagare per quello che ha commesso.

Tra gli indagati, la ex fidanzatina che, ingelosita dalla nuova relazione, si sarebbe, in questo modo, vendicata. Ora il pc del ragazzo e i cellulari dei 6 sono nelle mani di chi dovrà accertarne il contenuto e presto potrebbero scattare gli interrogatori per chiarire tutto quello che sembra essere uno dei casi di istigazione al suicidio più efferati degli ultimi tempi.