In tempi di app di incontri, ci si conosce in chat, ci si incontra rapidamente, si consuma rapidamente. Questo lo sa bene la protagonista di un’assurda storia che chiameremo Paola, nome di fantasia. Ebbene si, proprio lei, avvenente 32enne, ha conosciuto un giovane a aitante ragazzo del quale si è perdutamente invaghita. Tra loro è stata, sin da subito, passione rovente sotto le lenzuola.
Piccolo, piccolissimo particolare: lei è sposata da 4 anni. Dopo 3 giorni dal primo incontro con l’amante, Paola si vede recapitare una lettera, in cui le vengono revocate le donazioni (immobili e danaro) del consorte “per ingratitudine”. A stabilirlo è una sentenza della Corte d’Appello di Firenze, risalente al 2019.
Per i magistrati fiorentini non ci sono dubbi sulla gravità del tradimento messo in atto dalla 32enne. Lei non ha accettato di buon grado la cosa, facendo ricorso, continuando a discolparsi. Peccato però che il marito, un ricco imprenditore, ha fatto di tutto per far valere le sue ragioni, e ci è riuscito, dal momento che ha scoperto di tradimenti reiterati della sua ex consorte persino con suo cugino.
Ripercorrendo le motivazioni del giudizio in Appello, nei giorni scorsi, i giudici della Cassazione hanno confermato la revoca dei beni alla moglie adultera. In buona sostanza, il marito sarebbe stato tradito con modalità tali e in un contesto che hanno evidenziato nel coniuge infedele “un atteggiamento di noncuranza e di assenza di rispetto nei confronti della dignità del marito”.
Morale della storia? La 32enne avrebbe continuato a fare la bella vita, passando da un letto all’altro ma il karma, per chi ci crede, ha fatto il suo corso e alla moglie fedifraga non è rimasto nulla, né soldi né proprietà, rimanendo con un pugno di mosche in mano.