“Purtroppo non ce l’ha fatta”. Zucchero, la terribile notizia è arrivata pochi minuti fa (2 / 2)

Zucchero ha voluto mettere per iscritto la sua vita e, come i suoi fan che ne seguono le gesta sapranno, ha scritto un suo libro autobiografico, intitolato: Il suono della domenica. Il romanzo della mia vita (Mondadori, 2011). Proprio questo libro è finito al centro di un’aula di tribunale ed il motivo ve lo svelerò nel proseguimento dell’articolo.

All’interno della sua autobiografia, ha utilizzato delle frasi infelici nei riguardi di un suo ex amico, definendolo “un poco di buono, donnaiolo e nullafacente”. Il tribunale civile di Massa, poche ore fa, ha condannato la rockstar al risarcimento dell’ex amico, versandoli 37 mila euro, con l’accusa di diffamazione. E’ stato il Corriere Fiorentino a riportare la notizia, precisando che il giudice   Domenico Provenzano ha ritenuto che le espressioni contenute nel libro siano “lesive della reputazione” della parte offesa, e hanno inoltre “compromesso le sue relazioni sociali e familiari, i cui rapporti con la coniuge si sono significativamente deteriorati”.

Nella sua lunga biografia che consta di ben 500 pagine,  Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, ripercorre la sua lunghissima carriera, costellata da tanti successi ma, come capita a tutti, anche di momenti bui (infondo questo è il ciclo della vita); una vita che spesso ha coinciso con quella del personaggio. L’artista ha raccontato i suoi frammenti di vita, partendo dall’infanzia a Roncocesi, sino alle prime esibizioni nelle balere della Versilia.

Il cantautore, in un certo senso, ha provato a difendersi, dicendo che le definizioni riguardanti il suo ex amico erano funzionali alla trama narrativa. Dal suo canto, il giudice che si è occupato del caso, dopo la denuncia dell’offeso non le ha ritenute assolutamente funzionali, precisando che avrebbero solo recato discredito all’ex amico, aggiungendo che, sotto l’aspetto giudiziario, si tratterebbe di appellativi “obiettivamente denigratori, a prescindere dal tono ironico e dal linguaggio colloquiale con il quale vengono riportate vicende narrate nel testo; tono che di per sé non vale a rendere inveritieri e o non credibili i fatti ed i giudizi descritti ed espressi”.

E pensare che la scoperta delle parole che Fornaciari aveva inserito nella sua autobiografia era stata puramente casuale da parte dell’ex amico che poi lo ha denunciato. Era stata la figlia di quest’ultimo, pensando di fargli un bel regalo, a fargli trovare il libro sotto l’albero di Natale, 8 anni fa. Potete immaginare come quella festività sia stata rovinata dalla lettura delle parole ritenute offensive a suo carico.