Papa Francesco, la sua decisione è appena stata confermata (2 / 2)

Il nostro pontefice proprio non ci sta agli eccessi, sia a quelli di chi celebra la messa con riti bizzarri e fantasiosi che a quelli di chi appare rigido, perseguendo un formalismo fine a se stesso. Da ormai diversi mesi, il Papa sta perseverando sulla sua linea riformista e, nel corso di un incontro che si è svolto stamane al Palazzo Apostolico, cui hanno partecipato membri della plenaria del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,  è tornato su una questione intricata, auspicandosi che possa esserci una svolta a riguardo.

Proprio per evitare questi eccessi di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo, Bergoglio ha voluto la realizzazione di piano riguardante la formazione liturgica nei seminari e tra i parroci a livello mondiale,  in modo da bandire sia la troppa rigidità che la troppa leggerezza, sconfinante in formule bizzarre. Il papa, come riportato da Il Messaggero, stamattina ha dichiarato: “Mentre prepariamo nuovi percorsi formativi per i ministri, dobbiamo contemporaneamente pensare a quelli destinati al popolo di Dio. A partire dalle assemblee che si radunano nel giorno del Signore e nelle feste dell’anno liturgico: esse costituiscono la prima concreta opportunità di formazione liturgica. E così pure possono esserlo altri momenti in cui la gente maggiormente partecipa alle celebrazioni”.

Non è la prima né sarà l’ultima volta che il pontefice punta ad un rinnovamento, ad un cambiamento. Vuole ridurre al minimo la celebrazione della messa in latino, ponendo il divieto espresso, salvo disposizioni straordinarie autorizzate dal vescovo, di  celebrare la messa in tale lingua, e questo ha innescato delle critiche severissime da parte del mondo più conservatore, stupito da una decisione così forte.

Il nostro pontefice, tramite il Motu proprio “Traditionis custodes”, di aggiornamento delle norme che aveva stabilito Benedetto XVI , come riportato da Il Messaggero,  ha conferito al vescovo il potere di autorizzare l’uso del Messale precedente alla riforma liturgica del 1970, il divieto di erigere nuove parrocchie personali per questo scopo, l’indicazione di scegliere chiese non parrocchiali per queste celebrazioni, la designazione di un sacerdote, esperto nel “vecchio” Messale e fornito di una buona conoscenza del latino, per la cura pastorale di questi gruppi e il divieto di costituirne di nuovi.

All’interno del Motu proprio, prosegue Il Messaggero,  è previsto che le letture devono essere fatte nelle lingue moderne, quindi non in latino, riducendo al minimo la messa in latino. Il pontefice ha chiesto ai sacerdoti di perdonare sempre, se si tratta di sacramenti, dal momento che coloro che si recano a confessarsi, vengono a chiedere il perdono e non a sentire una lezione di teologia o delle penitenze. L’invito del pontefice è quello di essere misericordiosi, esortando ad esserlo.