“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Questo è ciò che la Costituzione italiana sancisce all’articolo 36 ma quanti possono dire di ricevere una retribuzione proporzionata quantitativamente e qualitativamente a ciò che fanno?
E soprattutto: quanti realmente ricevono ciò che li spetta? Una domandona! Parliamo di un tema decisamente scottante che molti hanno paura di affrontare perché temono ritorsioni.
C’è chi, invece, esasperato, sentendosi calpestato, decide di farsi giustizia a suo modo, vendicandosi. A questo punto, sorge un’ulteriore domanda: è davvero corretto mettere in pratica forme di vendetta o sarebbe più corretto aspettare che il tempo o il karma (per chi ci crede) faccia il suo corso?
Di sicuro il protagonista di questa storia, divenuta in men che non si dica, virale, non è riuscito a trattenersi, maturando una dura vendetta. Vediamo meglio cosa è accaduto.