Massimo Bossetti, la confessione della moglie dopo 9 anni dall’arresto (2 / 2)

Massimo Bossetti è quindi l’unica persona, ad oggi, ritenuta colpevole dell’assassinio della piccola Yara Gambirasio.  Marita Comi (44 anni), moglie di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo il 12 ottobre 2018 per l’omicidio di Yara Gambirasio, a 9 anni dall’arresto del marito è tornata quindi a parlare.

La donna è la prima a credere nell’innocenza del marito, e in questi lunghi anni si è battuta per il marito. I legali di Bossetti avevano anche chiesto la revisione del processo visto l’emergente di nuovi elementi.

Marita chiede soltanto una vita normale, una vita sconvolta da quando il marito è stato imputato per il delitto della piccola Yara. L’indagato si è sempre professato innocente. “Mia sorella cerca di tirare avanti, la vita continua. Dopo nove anni sa che la sua esistenza non tornerà più normale, quel fatto ha cambiato tutto” – così ha riferito il fratello di Marita, Agostino.

Marita si è sempre spesa per dimostrare l’innocenza del marito, anche mediaticamente. Eppure in questi mesi ci sono state delle novità sul processo a carico di Bossetti. “Frode processuale e depistaggio sono le due pesantissime accuse per cui il gip di Venezia ha chiesto alla Procura di procedere all’iscrizione nel registro degli indagati di Letizia Ruggeri, il pm titolare delle indagini sulla morte di Yara Gambirasio” – così scrive Il Messaggero. In sostanza il gip ha richiesto nuove verifiche su un campione di 54 reperticon tracce di Dna che, di fatto, rappresentarono l’architrave dell’impianto accusatorio a carico del muratore di Mapello” – questo ancora si legge sul Messaggero. Non ci resta quindi che aspettare eventuali sviluppi sul caso in questione e quindi vedere se il processo sarà eventualmente riaperto.