La vicenda dalla Madonna di Trevignano, per la sua particolarità, ha subito destato l’attenzione delle autorità religiose. La statua della Vergine, infatti, è stata vista lacrimare del sangue. Immediatamente sono scattate le indagini, per vedere se il fenomeno corrispondesse al vero.
Attraverso delle analisi scientifiche, si è scoperto che le lacrime di sangue che la statua della Vergine avrebbe pianto altro non sarebbe che sangue di maiale, quindi non umano. Insomma per le autorità ecclesiastiche non ci sarebbe nessun miracolo dietro la lacrimazione della statua, ma soltanto una truffa ben architettata.
Una truffa che sarebbe stata messa in piedi da Gisella Cardia e da sua marito Gianni. La donna sosteneva infatti di ricevere dei messaggi da parte della Vergine che parlava a lei proprio attraverso la statua. In breve tempo il luogo in cui si trovava la statuetta è diventata una meta di pellegrinaggio, e questo ha insospettito le autorità ecclesiastiche. Diverse persone hanno effettuato cospicue donazioni a Gisella e suo marito.
In questi giorni alcune delle persone truffate si sono rivolte ai giornali nazionali spiegando che cosa accadeva dinanzi la statuetta della Madonna di Trevignano. Lacrime, e piuttosto amare, questo è sicuro, le sta versando chi ha donato un intero patrimonio ai due. A parlare è Luigi Avella, per due anni seguace di Gisella e del marito.
L’uomo, in un periodo molto particolare della sua vita, ha deciso di affidarsi totalmente alla presunta veggente e al marito, senza costrizioni da parte dei due. Apprendendo che la storia potrebbe essere quindi tutta una montatura Avella adesso vuole giustizia, e a Repubblica ha spiegato come stanno le cose. “Mi sono avvicinato a loro in un momento difficile. Mia moglie aveva subito un brutto incidente stradale. Io poco dopo avevo avuto tre trombosi e due emboli polmonari. Siamo diventati di famiglia in casa Cardia. Mangiavamo con loro, viaggiavamo, pregavamo. Per questo mi sono sentito in dovere di finanziare l’opera che lei stava facendo. Non mi hanno chiesto nulla. Ho dato in tutto 123 mila euro tutto con bonifici per fare degli acquisti: le panche, la recinzione, una macchina e tante altre cose” – queste le parole di Avella, che si dice profondamente sconvolto e preso in giro da quanto sta emergendo in queste ore. Se verrà confermato che è tutto falso Avella chiederà ai due tutti i soldi indietro.