Le statistiche parlano chiaro: sempre più coppie decidono di lasciarsi definitivamente anche dopo essersi promessi amore eterno, dinnanzi allo Stato, dopo poco tempo. Le motivazioni e ragioni per cui una coppia sposata si lascia possono essere molteplici e, sebbene esistano alcuni rimedi per superare la crisi di coppia, spesso si sceglie la separazione e il divorzio breve.
Rispetto ai tempi passati, quando esisteva solo la legge sul divorzio del 1970 (L. 898/1970), nota anche come legge Fortuna-Baslini, la formula breve del divorzio, approvata dallo Stato Italiano con la Legge 55/2015, permette di chiudere il capitolo della relazione con l’ex partner in tempi brevi, senza dover aspettare 3 anni, dalla separazione, per dirsi definitivamente addio. Inoltre, in tema di divorzio, ancora più recente è la sentenza della Cassazione che modifica le modalità di erogazione del mantenimento, ovvero l’assegno di divorzio.
Cos’è il divorzio breve
Entrata in vigore il 26 maggio, l’obiettivo principale della legge 55/2015 è ridurre i tempi del divorzio, in caso di unioni civili, che si semplificano in 12 mesi per la separazione giudiziale e 6 mesi per quella consensuale, anche quando sono presenti dei figli.
Insieme alle tempistiche vengono ridotti anche i costi rispetto a quelli richiesti con la legge del 1970.
Un’altra novità è che questa formula non necessita della presenza di un avvocato, in alcuni casi.
Come funziona
La prima cosa che bisogna fare obbligatoriamente per ottenere il divorzio breve è separarsi per sospendere gli obblighi (morali, civili ed economici) ad esso connessi.
La separazione non è richiesta quando si dichiara la mancata consumazione del matrimonio, se ci sono ragioni penali, in caso di annullamento per rito celebrato all’estero e di rettifica del sesso.
Il termine di 12 o 6 mesi decorre a partire dal giorno in cui si svolge la prima udienza di separazione.
Forme di separazione
Esistono due forme di separazione: quella giudiziale e quella consensuale.
Si ricorre alla separazione giudiziale quando i coniugi non trovano un accordo tra loro in merito alla divisione dei beni, all’affidamento dei figli, al mantenimento del coniuge.
In questo caso, la coppia si presenterà inizialmente davanti al Presidente del tribunale, in un’udienza a “porte chiuse”, che ha il compito di fare da mediatore e tentare di fare accordare le parti. In caso contrario, si procede con la causa e la separazione. Infine, il Presidente convoca le parti in un’udienza davanti al giudice istruttore alla presenza dei relativi avvocati, delle prove e dei testimoni.
La separazione consensuale invece è quella che, sebbene in tutti i casi si tenta sempre la riconciliazione, vede in accordo i coniugi e può essere effettuata in tre modi: in tribunale, in Comune o dinanzi ai rispettivi avvocati.
Quando viene richiesta in tribunale necessita di un ricorso scritto e accettato da entrambe le parti e richiede il pagamento di alcune tasse e dell’onorario dell’avvocato. La coppia si può presentare in Comune solo se non ci sono figli o beni da dividere e non richiede la presenza di un avvocato. La negoziazione assistita, è la soluzione davanti agli avvocati, e viene scelta quando sono presenti figli e bisogna fare la divisione dei beni. In questo caso, dietro pagamento, sarà compito dell’avvocato sbrigare e concludere tutta la pratica.
Divorzio breve: costi
I costi in caso di divorzio breve, possono variare.
Quando è richiesto l’intervento e la consulenza di un avvocato, il costo si aggira intorno ai 1500 – 5000 euro a seconda della complessità del caso e della città in cui vivono i coniugi.
Le spese di cancelleria, in alcuni casi, possono toccare anche i a 5 mila euro, specialmente quando sono presenti figli e bisogna fare la separazione dei beni.
I costi del divorzio in Comune sono ridotti, specialmente se non si richiede la presenza di un avvocato. Il contributo da pagare in questo caso è di 16 euro.
Documentazione
Alla domanda di divorzio breve va allegato:
- estratto di matrimonio rilasciato dal Comune
- certificato di residenza dei coniugi – uso divorzio;
- stato di famiglia di entrambi i coniugi – uso divorzio;
- copia decreto di omologa o sentenza di separazione del Tribunale;
- dichiarazione dei redditi di entrambi i coniugi.
Matrimonio religioso e divorzio breve: si può fare?
Il matrimonio può essere annullato anche dinanzi alla Chiesa grazie ad una riforma del Codice del diritto canonico di Papa Francesco. Anche in questo caso sono stati ridotti i tempi di annullamento qualora i vescovi, o la Sacra Rita, incaricati ne riconoscano le ragioni. In caso contrario, si eseguirà il procedimento ordinario.