Crisi in Ucraina, bloccato l’export di prodotti fondamentali: ora sicurezza alimentare a rischio

La crisi umanitaria in Ucraina comporta delle notevoli ripercussioni anche dal punto di vista economico. Il blocco di esportazioni fondamentali, mette infatti a rischio la sicurezza agroalimentare dell'Italia. Ecco cosa rischiamo.

Crisi in Ucraina, bloccato l’export di prodotti fondamentali: ora sicurezza alimentare a rischio

La crisi umanitaria in Ucraina, rischia ora di declinarsi in conseguenze tragiche anche dal punto di vista economico e, in particolare, agroalimentare. Questa la crisi che avrebbe travolto ora l’Italia e tutta l’Europa, che ha visto mancare da un giorno all’altro prodotti di prima necessità provenienti dai Paesi coinvolti dalle atrocità.

Emblema di questo dramma, il blocco di una nave merci che, il 27 febbraio scorso è stata fermata nel porto d’Azov mentre era in procinto di partire per l’Europa, con ben 30 mila quintali di grano tenero che non sono stati più distribuiti. Anche l’Italia era in attesa di ricevere questo prodotto, infatti, il noto pastificio Divella aveva acquistato una parte del carico. Vediamo quali sono i prodotti che rischiano di scarseggiare a breve nel nostro mercato.

Ecco cosa può succedere

Oltre a quella imbarcazione, ci sono altre 90 navi bloccate allo stretto di Kerch, circostanza che rischia di modificare drammaticamente il mercato internazionale dei prodotti alimentari. Infatti sia l’Ucraina che la Russia, sono grandi esportatori di cereali, la prima soprattutto nel mercato europeo, la seconda nel resto del mondo. L’Italia, in particolare, importerebbe dai due Paesi prodotti fondamentali come il grano tenero, il mais, i semi oleosi e i fertilizzanti.

Secondo quanto riferisce con una certa preoccupazione l’ufficio studi di Confagricoltura. le importazioni di grano tenero che, ricordiamo, servono per produrre il pane e prodotti di pasticceria, rappresentano circa il 5% del totale delle importazioni italiane. Venendo a mancare una quota di questo tipo, la conseguenza principale è un aumento dei prezzi.

Per poter far fronte a queste gravi mancanze, il premier Mario Draghi, in occasione di un recente vertice europeo a Versailles, ha riferito che bisognerà gioco forza rivolgersi ad altri mercati, quali in particolare quello Americano, rappresentato soprattutto da Stati Uniti, Argentina e Canada. Tuttavia, questa soluzione, solleva delle importanti problematiche: gli alti costi della logistica e di trasporto, e i prodotti chimici che queste nazioni utilizzerebbero nelle coltivazioni. Vediamo come si evolverà la situazione, sperando che intanto, la crisi umanitaria finisca quanto prima.

Continua a leggere su Fidelity Donna