Caso Liliana Resinovich, la scoperta poco fa sul cordino (2 / 2)

Liliana Resinovich, Procura chiede archiviazione: No certezza su giorno della morte, ma fu suicidio

Il corpo di Liliana fu trovato avvolto in alcuni sacchi di colore nero. Adesso sul caso sarebbero spuntati ulteriori particolari, che sono stati analizzati ampiamente negli scorsi giorni durante l’ultima puntata della trasmissione “Quarto Grado”, condotta sulle reti Mediaset da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero.

I conduttori si sono soffermati in particolare sul giallo del cordino trovato attorno alle buste. Si tratta di un elemento che potrebbe essere di fondamentale importanza per il proseguo delle indagini. Nella trasmissione ci si è chiesti se lo spago che teneva legati i sacchetti sia sempre stato nella casa di Liliana o se sia stato anche altrove.

Il cordino venne ritrovato alcuni mesi dopo il ritrovamento del cadavere,  e all’interno dei cassetti della casa in cui Liliana viveva venne anche trovata una matassa. Il cordino è anche molto importante in quanto su quest’ultimo pare sia stato trovato del dna riconducibile ad un individuo maschio.

All’ipotesi del suicidio non crede neanche il marito Claudio Sterpin, che sin dalla misteriosa sparizione di Lilina cerca la verità. Nelle prossime settimane ci potranno sicuramente nuovi dettagli sulla vicenda di Liliana Resinovich. Come detto il caso è ancora ben lungi dall’essere completamente chiuso, nonostante la Procura di Triste ad oggi propenda per l’ipotesi, la più accreditata, di suicidio. Anche se si tratti di suicidio bisogna capire i motivi che avrebbero portato Liliana a compiere l’estremo gesto.

Il caso resta comunque ancora avvolto nel mistero, nonostante sia passato ormai più di un anno dal ritrovamento del cadavere della Resinovich. “Lilly non si è suicidata. Lilly non poteva suicidarsi. L’ho pensato dall’inizio e lo penserò per sempre. C’è un assassino libero. I fatti mi daranno ragione” – così ha dichiarato tempo fa anche Claudio Sterpin. Neanche il marito, come detto, crede al suicidio “perché lei non viveva alcun disagio o almeno io non me ne sono accorto” – questo pensa Sebastiano Visentin, marito di Liliana.