Sono stati 13 i minuti che hanno permesso a Bove di salvarsi. Tra questi nei primissimi secondi del malore, quando il giocatore è caduto a terra esanime, i compagni hanno provveduto a riposizionare in modo corrette la lingua che praticamente era andata indietro rischiando di fargli perdere ossigeno.
Il malore di Edoardo Bove si è verificato dopo soli 17 minuti di gioco, quando il calciatore si è accasciato a terra senza apparenti segnali premonitori. Immediatamente c’è stato l’intervento dei compagni di squadra e dello staff medico che con il defibrillatore ha fatto ripartire il cuore dello sportivo.
In questi casi intervenire tempestivamente è fondamentale in quanto sono minuti preziosi che possono fare la differenza tra il decesso e il vivere ancora. E Bove adesso è vivo e sicuramente questa esperienza lo porterà a sottoporsi ad ulteriori controlli, la sua salute sembra essere di ferro ma come si sa nel nostro corpo tutto può cambiare.
I soccorsi tempestivi hanno permesso a Bove si riprendere a respirare in maniera autonoma in soli 13 minuti. In quei minuti interminabili che tutti ricorderanno a lungo si è sperato che Bove potesse farcela. E così è stato. Il calciatore è ancora sgomento per quanto accaduto e ha già ringraziato tutti per le cure prestate.
Vi è stata anche una polemica con l’ambulanza che però Ghini ci ha tenuto a puntualizzare. Egli ha chiarito che esiste un piano operativo di emergenza che prevede che l’ambulanza non entri in campo. Questa misura è adottata per minimizzare i rischi di rallentamenti nei soccorsi, poiché un veicolo pesante potrebbe rimanere bloccato sul terreno di gioco, come spiega appunto Bigodino.
Insomma tutto bene quel che finisce bene ma come si è capito i soccorsi sono fondamentali in questi casi e devono avvenire anche rapidamente.