“Aiuto, c’è un mostro nel giardino”: l’agghiacciante scoperta dei carabinieri (2 / 2)

Due coniugi si sono imbattuti in questa curiosa creatura dall’aspetto alieno o, per molti, simile ad un animale marino, allertando, terrorizzati, le forze dell’ordine. I carabinieri sono giunti immediatamente sul posto per far luce sulla strana presenza all’interno del giardino della coppia per poi arrivare ad una conclusione che lascerà di sasso chi non è del settore.

Altro non era che un fungo particolare, di origine neozelandese. La storia risale a un pochino di anni fa e il ritrovamento è stato fatto in Ossola. Logico che, avendo un aspetto inquietante, chi si imbatte in questo fungo, possa non certo fare i salti di gioia ma le precisazioni degli esperti hanno fugato ogni dubbio. Nulla di extraterrestre, nessun giocattolo o roba similare.

Il micologo dell’Asl Dimistri Gioffi, all’epoca dei fatti, interpellato dalla stampa, dichiarò: “Se ne era trovato un altro alcuni anni fa a Coimo di Druogno, si chiama “Clathrus archeri”- questa specie, originaria della Nuova Zelanda, è arrivata in Europa negli anni ’40, probabilmente con i soldati e i mezzi della guerra mondiale. Non è una specie commestibile, emana un forte odore fetido, che attira gli insetti attraverso i quali si diffondono le sue spore. Quello nella foto è un bell’esemplare. Ma non c’è bisogno di prenderlo con un bastone, i funghi non hanno mai morso nessuno!”.

Basta spulciare Wikipedia per avere tutte le informazioni su questo fungo, detto anche fungo tentacolo,  fungo polpo  o dita del diavolo, un fungo  saprofita parente del fungo lanterna; una specie originaria dell’Australia,  accidentalmente introdotta in Nord America, Asia ed Europa alla fine del 1800, attraverso un sacco di lana, destinato per le filature d’Europa.

Il “fungo polpo” è considerato una specie alloctona che non minaccia la biodiversità locale. Il curioso fungo si sviluppa da una struttura a forma di uovo parzialmente interrata, da cui fuoriescono da 4 a 7 “braccia”, inizialmente erette e unite all’apice, che poi si aprono,  mostrando la parte interna rosa-rossastra, ricoperta da una mucillaggine verdastra contenente le spore, la gleba. L’odore emanato a maturità è ancor peggio del suo aspetto, ossia quello di carne putrida ma si tratta di una strategia per attirare le mosche che contribuiscono alla diffusione delle spore.