La scoperta choc: "La famiglia nel bosco faceva parte di una setta" (1 / 2)

La scoperta choc: "La famiglia nel bosco faceva parte di una setta"

Negli ultimi mesi è tornata sotto i riflettori la storia di famiglie che scelgono, per ideologia, per ricerca di semplicità, o per sfiducia verso lo stile di vita convenzionale di vivere isolate, in strutture spesso molto povere, lontane dai centri urbani, senza comfort moderni come acqua corrente o elettricità.

Un caso recente ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. In Abruzzo, nel comune di Palmoli (CH), una coppia anglo-australiana con tre figli viveva in un casolare senza acqua né elettricità — una scelta di “vita alternativa” che includeva anche homeschooling e autosufficienza.

Il provvedimento del tribunale ha disposto l’allontanamento dei bambini, per motivi legati a carenze abitative, condizioni igienico-sanitarie ritenute inadeguate e assenza di controllo da parte dei servizi sociali. In queste ore la situazione sembrava essersi sbloccata, visto che la famiglia avrebbe accettato di trasferirsi in una nuova abitazione, sempre immersa nella natura, ma dotata almeno dei servizi essenziali.

Il dibattito esploso sui giornali e sui social non è solo giuridico o tecnico: molte persone — quasi 15 mila solo in un’iniziativa di petizione online — difendono il diritto di queste famiglie a uno stile di vita “alternativo”, fatto di natura, semplicità e distanza dai modelli consumistici.

Ma dall’altra parte ci sono preoccupazioni reali circa la tutela dei minori, l’accesso all’istruzione, alla salute, e alle condizioni di crescita adeguate. E’ di queste ore una inquietante scoperta che ha lasciato tutti senza parole: la famiglia del bosco farebbe parte di una ‘setta’. Cosa sta succedendo? Ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.