Tra le valli silenziose e le creste appenniniche in Abruzzo, il bosco non è mai stato solo uno sfondo. Qui, in un angolo del vasto territorio di Palmoli, la natura era il rifugio, il codice di condotta e la casa.
Per anni, una famiglia ha scelto di disancorarsi dal clamore del mondo, abbracciando una filosofia di vita primitiva, fuori dai canoni e dalla routine urbana. Una decisione radicale, basata sull’autosufficienza e su ritmi che sembravano essersi persi nel tempo. Ma questo fragile velo di normalità, intessuto di silenzio e di una quiete quasi ostinata, è stato squarciato da un intervento improvviso.
L’idillio, forse mai perfetto, si è scontrato con le rigide leggi della civiltà.Oggi, l’unica figura assente in quell’area remota della provincia di Chieti è proprio il capofamiglia, chiamato Nathan. L’uomo, che aveva scommesso la sua intera esistenza su questa scelta radicale, non è ancora tornato nel luogo che chiama casa.

I vicini, testimoni di quella quotidianità alternativa, ricordano perfettamente la scena che vedevano ogni giorno. Quei bambini affermano i vicini erano davvero molto felici e solo loro sanno adesso quello che stanno vivendo.
I bambini, nonostante la vita rustica e le sfide del bosco, giocavano sempre con un sorriso stampato sulle labbra. Quel sorriso, però, da qualche giorno non è più presente a illuminare le radure. E ora, nella piccola comunità abruzzese, al posto dell’allegria è subentrata una tristezza che pesa quanto il provvedimento emesso dal Giudice. E c’è qualcuno che purtroppo adesso sta molto male.