In un ospizio, il tempo rallenta e scorre spesso con una quiete che a volte può sembrare pesante, scandita più dai ricordi lontani che dal ticchettio degli orologi. Per l’anziana Maria, da tempo affetta dalla nebbia progressiva dell’Alzheimer, quella quiete era diventata una costante sfidante.
Eppure, nelle brevi pause tra l’oblio e un momento di lucidità, riaffiorava con inaspettata nitidezza una vecchia, dolce musica. Era la colonna sonora di una gioventù vissuta con spensieratezza, il battito ritmico di un’epoca lontana che non voleva arrendersi. C’era qualcosa in particolare che Maria sognava di poter rivivere con il corpo, non solo con la mente: il desiderio sussurrato era quello di poter fare per l’ultima volta un gesto davvero bellissimo che lei amava tantissimo.
Quell’ultima richiesta, bisbigliata tra le lenzuola del reparto, rappresentava l’ultimo ponte gettato tra la fragilità del presente e i suoi giorni più felici. A cogliere l’urgenza di quel bisogno silenzioso è stato uno degli infermieri di turno. Di lì a poco, nella stanza della casa di riposo, l’infermiere avrebbe fatto irruzione nel grigiore quotidiano.

Sappiamo benissimo che proprio questi ultimi in queste residenze per anziani sono il ponte di collegamento nella vita di questi ultimi alcuni di loro ad esempio non hanno neanche parenti che possano andare spesso a fare visita e per questo gli anziani molto spesso piombano nella difficoltà più completa.
Nei prossimi paragrafi andremo a vedere che cosa ha fatto questo infermiere ripreso in un atto davvero particolare nei confronti dell’anziana paziente Maria.