I suoni del nido, le risate e i piccoli passi dei pargoletti, i suoni dei giocattoli, i colori delle stanze, hanno ceduto il posto ad un incubo ad occhi aperti, materializzatosi in pochi istanti.
Nel giardino dell’asilo, l’area dedicata al gioco all’aperto, un piccolo, che aveva solo due anni, si sta muovendo spensierato. Un momento di distrazione, o forse il semplice e imprevedibile meccanismo del caso, ha rotto quell’idillio. Di fronte al personale che vigilava, l’incidente si è consumato con una velocità assurda.
Il bambino è rimasto impigliato in un ramo, un dettaglio innocuo dell’ambiente esterno diventato, in un istante, la causa di una drammatica emergenza. L’allarme, improvviso e straziante, ha messo in moto la macchina dei soccorsi.

Le maestre si sono lanciate nel tentativo disperato di intervenire, mentre tutto intorno sembrava precipitare in un silenzio carico di terrore. L’urgenza era ormai massima, e sul piazzale antistante la struttura l’attesa era focalizzata su un unico, vitale arrivo: quello dell’elisoccorso. Era l’ultima, flebile speranza. Purtroppo il bimbo ha esalato l’ultimo respiro, non si è riusciti a sottrarlo al suo triste destino.
La maestra del bimbo deceduto nell’asilo nido non ce l’ha fatta. Ricostruiamo insieme cosa è accaduto, nella pagina successiva del nostro articolo, dal momento che la triste vicenda ha scosso milioni di italiani, stretti attorno ai genitori del piccolo venuto a mancare.