I Campi Flegrei, situati a ovest di Napoli, rappresentano una delle aree vulcaniche più affascinanti e allo stesso tempo più sorvegliate d’Europa. Conosciuta fin dall’antichità per la sua intensa attività geotermica e per i paesaggi mozzafiato, questa vasta caldera vulcanica copre un’area di circa 100 chilometri quadrati, che comprende località densamente popolate come Pozzuoli, Bacoli e parte di Napoli stessa.
Il nome “Flegrei” deriva dal greco phlegraios, che significa “ardente“, a testimonianza della natura infuocata del sottosuolo. Dal punto di vista scientifico, i Campi Flegrei sono un vulcano in stato di quiescenza attiva, monitorato costantemente dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
La zona è soggetta al fenomeno del bradisismo, ovvero un lento sollevamento e abbassamento del suolo, causato dall’accumulo di gas e magma sotto la superficie terrestre. Negli ultimi anni, si è registrato un progressivo innalzamento del terreno, accompagnato da uno sciame sismico più frequente, che ha riacceso l’attenzione sul rischio di un’eruzione.
Le autorità italiane e la Protezione Civile hanno aggiornato piani di evacuazione e messo in atto simulazioni per preparare la popolazione a possibili scenari di crisi. La zona rientra nella zona rossa, ovvero l’area che verrebbe evacuata in caso di segnale di un’eruzione imminente.
L’ultima eruzione significativa risale al 1538, con la nascita del Monte Nuovo, ma secondo gli esperti, il rischio di un’eruzione non può essere escluso. Proprio in queste ore l’INGV ha pubblicato un comunicato allarmante sulla situazione dei Campi Flegrei. “Ecco cosa succederà…”: scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.