"Non erano soli". Ciccio e Tore arriva la svolta a 16 anni dal ritrovamento (1 / 2)

"Non erano soli". Ciccio e Tore arriva la svolta a 16 anni dal ritrovamento

Chi fa il giornalista ogni giorno deve fare i conti con notizie che hanno davvero dell’incredibile. La cronaca è infatti pienissima di episodi che lasciano sgomente intere comunità. Tra sinistri stradali, femminicidi e reati vari contro la persona, ve ne sono davvero di tutti i colori.

Ci sono poi quegli episodi che lasciano senza parole e che per anni interi fanno parlare intere comunità. Comunità che vengono praticamente colpite da episodi gravissimi su cui per molto tempo indagano, se ve ne è il bisogno, le forze dell’ordine. E ci sono intere famiglie che non vedono più tornare i loro cari.

Quei momenti che sicuramente i parenti di Francesco e Salvatore Pappalardi, Ciccio e Tore, i due fratelli che persero la vita a Gravina di Puglia, non dimenticheranno mai. Un episodio che ancora oggi segna nel profondo la piccola cittadina pugliesi.

Era il 5 giugno del 2008 quando i Vigili del Fuoco intervennero assieme ai soccorritori per estrarre da una cisterna d’acqua piovana il piccolo Michele, un bambino che era caduto appunto nella cisterna per inseguire un pallone. Tutto accadde nella cosiddetta “casa delle cento stanze” un casolare abbandonato al centro del paese.

Lì i bambini alcune volte si recavano per esplorare, forse attratti anche da quell’aura di mistero che circonda da sempre quel casolare, un tempo villa di una nobile famiglia. Proprio vicino al piccolo Michele i soccorritori trovarono altri due corpi, ma per loro non vi era più nulla da fare.

Nella prossima pagina andremo a scoprire le novità su questo caso di cronaca, la svolta arriva a16 anni dal ritrovamento di Ciccio e Tore.