La triste vicenda di Casal Palocco continua a monopolizzare l’attenzione pubblica, dal momento che il decesso del piccolo Manuel Proietti non può lasciarci impassibili. C’è di mezzo la vita di un bimbo, andata in frantumi dopo lo schianto tra il Suv Lamborghini e la Smart su cui viaggiava il bambino assieme alla madre e alla sorellina.
E’ partito tutto da una sfida social, una challenge, una delle tante dei The Borderline: resistere 50 ore un auto, alternandosi al volante. Una sfida estrema, peraltro seguitissima da coloro che, euforici, elettrizzati, adrenalinici, hanno sempre seguito le “bravate” del gruppo, tra cui l’ultima che ha portato ad un tragico epilogo.
Il piccolo Manuel è spirato poche ore dopo il trasporto all’ospedale Grassi di Ostia. Alla guida della Lamborghini, noleggiata poco prima, c’era il 20enne Matteo Di Pietro, leader del gruppo di youtubers The Bordeline che è ora agli arresti domiciliari, indagato per omicidio stradale e lesioni.

I restanti membri del gruppo hanno chiuso i loro canali social, annunciando il loro scioglimento e le ultime notizie vedevano Matteo Di Pietro abbandonato dai suoi amici, non si sa se per strategia difensiva, per paura che venga irreversibilmente rovinata la loro immagine pubblica.
Paradossalmente o comprensibilmente (dipende dai punti di vista), i restanti membri dei The Borderline, coloro che viaggiavano a bordo della Lamborghini, il 14 giugno pomeriggio, puntano il dito contro Matteo Di Pietro, mentre, poco fa è arrivata una clamorosa svolta nelle indagini sull’incidente di Casal Palocco. Ecco la velocità a cui viaggiava il Suv Lamborghini.