Il mondo musicale italiano è devastato dall’ennesima perdita improvvisa e si fa fatica a credere che si sia spento, trattandosi proprio dell’anima di una grande band; una di quelle che ha fatto la storia.
E’ un periodo decisamente buio, questo, per la musica e, più in generale, per il mondo dello spettacolo. Dopo anni di stop forzato, legato alla pandemia da Covid, questo dovrebbe essere il tempo di una graduale ripresa ma, sempre più frequentemente, la cronaca ci riporta notizie che non vorremmo sentire.
Ancora una volta, il mondo musicale, quello capace di farci venire la pelle d’oca, commuovere, piangere di gioia o di dolore; quello che necessita dell’adrenalina dei concerti, in cui si urla a squarciagola il proprio pezzo preferito, è distrutto per la prematura scomparsa di un grande nome.
Quando un artista muore, i suoi brani rimangono in eterno, come esempio dell’immortalità e del grande potere della musica di superare anche il più grande degli ostacoli: il trapasso, l’abbandono della dimensione terrena.
Non appena la notizia della morte ha iniziato a diffondersi in rete, in molti si sono stretti, in una sorta di abbraccio collettivo, attorno alla famiglia dell’anima dei Matia Bazar, venuto a mancare. Ma vediamo di chi si tratta.