Lo stress dei preparativi, poi il grande giorno, quello delle nozze. Dopo il fatidico si, pronunciato dinnanzi a parenti e amici stretti, è il momento del ristorante, in cui si reca per proseguire, con leggerezza, la cerimonia nuziale.
Il trucco inizia a colare, i piedi della povera sposa sono praticamente bollenti, gli invitati, rifocillati dal lauto pasto, iniziano a mostrare i primi segni di insofferenza.
Effettivamente in un matrimonio ci si ritrova dinnanzi a gente quasi mai vista… il classico “zio di mio zio”, la classica “amica della nonna”. Non manca lo scapolone di turno, che dispensa apprezzamenti a ritmo di musica.
Non manca l’ubriaco, colui che stempera gli animi a suon di battute legate a brindisi incessanti. Non mancano le “amiche della sposa” che sembrano quasi le sorellastre di Cenerentola.
Per il ciclo “al matrimonio siamo tutti più buoni“, in un evento di questo tipo non tutti sono gioiosi come sembrano e le maschere, più che i volti, regnano sovrani.