Una città, quella di Gragnano, ferma, sotto choc, per la terribile morte del 13enne Alessandro Cascone. Una morte devastante per l’Italia intera, perché Alessandro, non dimentichiamocelo, poteva essere nostro figlio.
Quel che gli è accaduto, etichettato inizialmente come un incidente domestico nel tentativo di riparare i cavi dell’antenna tv, ha ceduto il posto ad un’altra ipotesi, a dir poco agghiacciante: quella che il ragazzino si sia tolto la vita poiché minacciato da bulli e cyberbulli.
Le indagini sono scattate immediatamente e, allo stato attuale, sono 6 gli indagati, 4 minorenni e 2 maggiorenni, su cui pende un’accusa gravissima: quella di istigazione al suicidio.
Quando Alessandro si è tolto la vita, lanciandosi dal quarto piano dell’appartamento in cui viveva, in via Lamma 7, i suoi genitori non erano in casa.
Oggi sua madre e suo madre, rispettivamente un’avvocatessa e un agente di commercio, sono devastati dalla morte improvvisa del loro unico figlio. Come potranno sopravvivere ad un dolore così atroce, non avendo avuto nessun sentore che fosse così pressato dai bulli?