La morte arriva all’improvviso e, quando colpisce i giovani o i bambini, è un dolore lacerante. Come possono i genitori continuare a vivere? Dove trovano le forze per continuare a crescere magari gli altri figli?
E’ una ferita sempre aperta la loro, perché lo scorrere del tempo è come una goccia che continua a scavare, cadendo, una roccia. E’ come un rumore martellante che non dà tregua ai pensieri, ai mille perchè.
In primis: “perché è accaduto proprio a mio figlio? Che male ha fatto?”. Nessun genitore, a meno che non sia stato lui stesso, con estrema lucidità e premeditazione, ad uccidere il sangue del suo sangue, riuscirebbe a trovare pace nel cuore, rassegnandosi che il proprio figlio giaccia in una bara.
Quando non si tratta di giovani uccisi per mano di coloro che li amavano, o rimasti coinvolti in un terribile incidente, o al culmine di una malattia allo stadio terminale, il dolore comunque analogo, però, perché è contronatura che un figlio se ne vada prima di un padre o una madre.
E purtroppo, ogni giorno, veniamo a conoscenza di tante tragedia, che colpiscono all’improvviso, stroncando per sempre la vita di giovani, con i loro sogni, i loro desideri, la spensieratezza tipica dell’età, la voglia di vivere a 360 gradi.