Troppe notizie, una dietro l’altra, tutte terribili, stanno colpendo l’Italia in queste ore, inondandoci di dolore e commozione, di fronte a improvvise scomparse. Tante le domande che vorremmo porci sul perché il destino, a volte, ci metta di fronte a queste sofferenze che piombano all’improvviso, distruggendoci la vita.
Se la cronaca si è, giustamente, concentrata sull’omicidio della piccola Elena Del Pozzo, per mano di Martina Patti, giovane madre 23enne che avrebbe dovuto proteggerla e che, invece, nell’interrogatorio di convalida del fermo, ha confermato la sua versione, quella di aver ucciso la bimba a coltellate da sola e di averne occultato il corpo, compiendo l’azione omicidiaria e e quella dell’occultamento all’interno del terreno incolto dove lo ha fatto ritrovare ai carabinieri; c’è un’altra tragedia che non può rimanere in sordina.
Perché, diciamocelo, senza far polemiche perché non siamo giudici, ma ci sono madri che per i figli sono disposte ad annullarsi; madri in grado di donar loro un amore incondizionato, dopo averli messi al mondo consapevolmente. Ed è proprio a loro che, forse, dovrebbero essere dedicate più pagine.
Si tratta di donne lavoratrici, donne oberate da mille impegni domestici e professionali, che non trascurano gli affetti, l’amore, non fanno mai mancar nulla ai loro piccoli e che, in alcuni casi, vengono strappate prematuramente alla vita, senza far rumore.
Si, la morte è così, non si annuncia, arriva inaspettatamente e devasta tutto ciò che incontra sul suo cammino. Un vuoto incolmabile, quello lasciato dal decesso prematuro di una donna e madre che ha sempre messo la sua famiglia al centro del suo universo.