La malattia del ventunesimo secolo: il disturbo da attacchi di panico

DAP, ansia generalizzata, fobie, disturbi ossessivi-compulsivi, fanno parte dei disturbi d'ansia. Sono in molte le persone che ne hanno sofferto almeno una volta nella vita.

La malattia del ventunesimo secolo: il disturbo da attacchi di panico

I disturbi d’ansia colpiscono per lo più donne, in età compresa dai 18 ai 22 anni; si possono verificare inaspettatamente o con ricorrenza.

La cosa importante è quella di ammettere di avere qualcosa che non va, smettere di trovare scuse e metodi “fai da te” e chiedere aiuto ad uno specialista; i disturbi d’ansia possono anche essere una “malattia che c’è ma non si vede” ma, se non si cura, rischia di interferire con la routine ed il benessere quotidiano.

Ma cosa accade durante un attacco di panico? 
Le persone che soffrono di questo disturbo non riescono più a comprendere, seppur involontariamente, quali siano le situazioni pericolose per la propria vita e quali no; così facendo, il loro corpo mette in atto strategie di emergenza e salvaguardia in un momento in cui non c’è un reale bisogno.

I sintomi degli attacchi di panico

A livello di sintomi veri e propri, la persona inizia in partenza ad avere quella che è stata definita come “ansia preparatoria“, che si sviluppa solo al pensiero di un eventuale situazione di pericolo collegata nella nostra mente ad un determinato posto o situazione che ci spaventa; involontariamente, il nostro corpo inizia già da qui a modificare il suo respiro rendendolo più corto, si inizia ad inspirare più aria di quella che fuoriesce, e ciò porta ad una sovraossigenzione del cervello.

Questa situazione, a sua volta, causa molteplici sintomi come: capogiri e svarioni, brividi, vampate di calore, pesantezza al petto, pietrificazione degli arti…

In generale le due paure principali che si possono provare sono la paura di svenire (dovuta ai capogiri) e la paura di infarto (casuata dall’aumento del battito cardiaco).

La causa degli attacchi di panico

Molto spesso il DAP viene definito come una bugia del cervello ma ciò è parzialmente vero in quanto chi ne soffre non è pazzo ma qualcosa nel suo cervello sta realmente accadendo; per far fronte a momenti di ansia o tensione, il nostro organismo agisce tramite il sistema simpatico, ovvero quello che regola le risposte di attacco e fuga del cervello; in particolare agisce tramite un particolare neurotrasmettitore del cervello chiamato serotonina (l’ormone del buonumore) che controlla cose fondamentali quali il ciclio sonno-veglia, ritmi cardiaci, appetito ma, soprattutto, serve a combattere l’ansia e quindi a tranquillizzarci. Nelle persone partiocolarmente stressate, i valori della serotonina in circolazione sono molto bassi in quanto se ne consuma molta, più di quella che viene prodotta.

I farmaci contro il DAP, infatti, incrementano la serotonina nel corpo, ma non solo; anche le diete definite anti-panico sono costituite da elementi – come cioccolato fondente e banane – il cui scopo è quello di aumentare questo neurotrasmettitore; è bene inoltre notare che le donne – di natura – ne possiedono meno e ne consumano di più; ecco perchè questo disturbo si sviluppa maggiormente nel genere femminile.

I rimedi per gli attacchi di panico

Per quanto riguarda la cura e le cause non c’è una regola o una polverina magica che permetta la guarigione in pochi giorni; in generale, se si soffre di attacchi di panico è molto probabile che dipendano da particolari situazioni o traumi che hanno lasciato un segno e per i quali è opportuno affrontare un percorso psicologico a lungo termine.

Anzichè vederla come una malattia, può essere vista come un dono o una richiesta che il corpo ti fa, ti chiede di smetterla di muoverti, lavorare, studiare; suggerisce di fermarsi e riflettere su se stessi, sulle proprie paure, sui propri obbiettivi. Non è una perdita di tempo! E’ un modo per imparare a conoscersi e conoscere i propri limiti.

Infine, è bene ricordare che non si è da soli, si tratta di un disturbo così diffuso che, guardandosi intorno, è possibile trovare almeno una persona che ne ha sofferto e che può fornire utili consigli in merito. Non bisogna aver paura di chiedere aiuto.

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